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La gestione dei prodotti freschi nei negozi sp-odi 4 Luglio 2023

La gestione dei prodotti freschi nei negozi

È un dato inconfutabile: tutti dobbiamo mangiare e questo significa recarsi nei negozi di alimentari, piccoli o grandi che siano, ad acquistare i prodotti. In alcuni casi, come nelle famiglie, questo è un compito per lo più settimanale, che deve essere pianificato con attenzione.

Se ci aggiungiamo variabili come ad esempio il tempo atmosferico, siamo in estate e fa molto caldo, ci si rende conto che esiste un’area dell’industria alimentare che richiede un’attenzione costante: i prodotti freschi. Perché? Bene, i prodotti possono deteriorarsi in un batter d’occhio e non esiste un processo automatizzato per rimuovere i prodotti non più vendibili dagli scaffali senza flussi di lavoro manuali, almeno non ancora. Inoltre, più un articolo di prodotto è vicino alla fine della sua durata di conservazione più è suscettibile ad essere scartato dai clienti, che cercato sempre il prodotto più fresco.

Garantire la freschezza dei prodotti è fondamentale perché la qualità dei prodotti che vengono prodotti lascia un’impressione sui clienti negativa oppure positiva, ed in quest’ultimo caso si va ad aumentare la possibilità di trasformarli da acquirenti saltuari a clienti fedeli. Pertanto, l’attenzione che ricevono le aree di prodotti o alimenti freschi di un negozio di alimentari deve essere costante.

L’area degli alimenti freschi è talmente importante da diventare uno degli indicatori chiave di come una catena di negozi di alimentari avrà le carte in regola per fidelizzare i clienti attraverso la proposta dei propri prodotti.

Qual è l’impatto che quest’area commerciale ha sull’azienda, sul personale e sulla produttività?

Innanzitutto, c’è da considerare lo spreco alimentare che deriva dal deterioramento dei prodotti se non controllati, tracciati e conservati in modo appropriato, anche se il costo esatto dello spreco alimentare per i rivenditori globali è difficile da stimare a causa delle variabili non bene stimabili. Secondo un rapporto del 2018 del World Wildlife Fund (WWF) e del Waste and Resources Action Program (WRAP), lo spreco di cibo costa all’industria globale della vendita al dettaglio circa 90 miliardi di dollari all’anno. Questa cifra considera il costo del cibo sprecato, nonché i costi associati alla gestione e allo smaltimento di tali rifiuti. [1]

Un altro rapporto del Boston Consulting Group (BCG) stima che il costo totale dello spreco alimentare per l’intera industria alimentare (inclusi rivenditori, trasformatori e agricoltori) sia di circa 1,2 trilioni di dollari all’anno. [2]

Quindi, come possono i rivenditori di generi alimentari gestire questo costo e mitigare l’impatto dei rifiuti sui loro profitti? Partiamo col definire questo processo di “abbattimento” dei prodotti deteriorati, che fa parte del più ampio processo comunemente chiamato “gestione delle perdite” o “gestione delle eccedenze”. Questi termini si riferiscono alla pratica di ridurre e gestire i prodotti alimentari che rischiano di andare sprecati o non essere venduti prima della data di scadenza. La gestione delle perdite alimentari è un’area cruciale per i negozi al dettaglio, in quanto consente di minimizzare gli sprechi e massimizzare la redditività. Questa pratica coinvolge diverse strategie e processi che vanno dalla corretta pianificazione degli acquisti e della logistica alla gestione delle scorte, alla rotazione degli stock e alle attività di promozione e sconto per incentivare la vendita dei prodotti prossimi alla scadenza.

L’eliminazione può avere un impatto significativo sui profitti dei rivenditori in diversi modi: diamo un’occhiata.

Costi di inventario:

Quando i retailers devono eliminare i prodotti invenduti, essenzialmente stanno buttando via l’inventario per il quale hanno già pagato. Ciò può comportare un costo significativo, poiché potrebbero dover assorbire l’intero costo dei prodotti che stanno scartando. È anche importante ricordare che il prodotto non si butta via da solo, i collaboratori o i dipendenti devono rimuovere il prodotto per lo smaltimento.

Opportunità di vendita perse:

Selezionare e scartare i prodotti significa potenzialmente perdere opportunità di vendita. Anche se un dato prodotto non si vende bene in un preciso momento, potrebbe esserci una domanda futura. Se il prodotto non fosse più disponibile, il negozio potrebbe perdere potenziali vendite e ricavi.

Impatto negativo sulla percezione e soddisfazione del cliente:

Se i clienti vedono il negozio eliminare grandi quantità di merce, lo potrebbero percepire come inaffidabile. Ciò può lasciare un’impressione duratura e negativa nella mente dei clienti e provocare danni alla reputazione del punto vendita, rendendo anche difficile attrarre nuovi clienti. Per i clienti che acquistano regolarmente potrebbe essere un’abitudine vedere cibo avariato tra gli scaffali, ma anche in questo caso il cliente potrebbe prendere in considerazione il fatto di sperimentare altri negozi, anche se magari non altrettanto comodi perché vicini a casa o al luogo di lavoro.

Ribassi aumentati:

Nel caso in cui i retailers selezionano una grande quantità di merce vicina alla scadenza, potrebbero essere costretti ad aumentare i ribassi per eliminare l’inventario in eccesso. Ciò può portare a margini di profitto inferiori e una riduzione della redditività. Certo, meglio una svendita che l’eliminazione per aiutare la redditività complessiva a non scendere a livelli troppo bassi.

Poco spazio ai dubbi:

Quando si tratta di “abbattimento”, ci sono molti miglioramenti operativi o implementazioni che i negozianti possono utilizzare per affrontare queste sfide. Ad esempio, concentrarsi sull’ottimizzazione della gestione dell’inventario e sull’implementazione di strategie efficaci per prevenire l’eccesso di scorte è un ottimo obbiettivo per ridurre al minimo gli sprechi. Anche in questo caso la tecnologia fornisce una marcia in più

svolgendo un ruolo fondamentale nella gestione degli sprechi alimentari nei negozi, offrendo strumenti e soluzioni innovative per migliorare l’efficienza, la precisione e la tempestività delle attività legate alla gestione delle scorte e alla riduzione degli sprechi attraverso, ad esempio:

  • tracciabilità della catena di approvvigionamento
  • sistemi di gestione delle scorte
  • sistemi di etichettatura intelligente
  • monitoraggio delle temperature, anche in fase di trasporto

Collaborando con un partner specializzato in soluzioni tecnologiche, i negozi possono trarre grandi vantaggi da flussi di lavoro migliorati che non solo aiutano ad accelerare il processo, ma pure ad ottenere una migliore visione analitica su come possono migliorare le loro operazioni di rifornimento. Inoltre, implementando operazioni più automatizzate nelle aree di prodotti freschi si possono fornire dei servizi di alta qualità ai clienti nuovi ed abituali.

È importante scegliere l’interlocutore tecnologico più efficace: Lexter vanta una ventennale esperienza nel settore ed è in grado di proporre la tecnologia più innovativa in grado di aiutare i negozi di generi alimentari a migliorare le loro operazioni end-to-end, migliorare i flussi di lavoro e le esperienze dei clienti. Creando pertanto una realtà di vendita in grado di distinguersi rispetto alla concorrenza.

Dal blog di Honeywell, Tony Boncore.

[1] https://www.worldwildlife.org/initiatives/food-waste

[2] https://www.bcg.com/publications/2018/tackling-1.6-billion-ton-food-loss-and-waste-crisis

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